Il titolo è preso a prestito dall’edizione originale del bestseller di Martin Ford, in Italia “Il futuro senza lavoro”: il saggio che considerava con attenzione le possibili conseguenze sulla società di un mondo del lavoro sempre più automatizzato.
In questo articolo parliamo di una forma decisamente meno minacciosa di automazione: i chatbot.
Ti presento il chatbot
Tra quelli a disposizione degli informatici, i chatbot – software che simulano una conversazione tra macchina e utente – sono uno strumento piuttosto “antico”. Tuttavia, grazie al perfezionamento continuo dell’intelligenza artificiale e, in particolare, dell’NLG (la Natural Language Generation, che si occupa di produrre linguaggio sulla base di un input di dati) e con l’integrazione sempre maggiore tra i chatbot e le piattaforme di messaging, la loro evoluzione è sorprendentemente veloce e, in apparenza, inarrestabile.
Possiamo infatti quasi scordarci i quei dialoghi tra sordi, goffi e robotici, delle prime chat automatizzate: assieme alla tecnologia, che diventa sempre più sofisticata, anche la sensibilità di chi progetta le conversazioni sta cambiando.
Tanto che alcune regole sono ormai bagaglio acquisito del disegnatore di chatbot:
- è fondamentale creare prima di tutto il “carattere” del bot
- i chatbot hanno emozioni: i contenuti vanno scritti prima del codice della chat
- il flusso della conversazione deve essere mantenuto chiaro e semplice
- gli utenti della pagina non useranno il chatbot solo perché “è una novità”, ma avranno bisogno di un buon motivo per interagire.
Facebook Messenger (e le altre)
Già a fine 2016 si prevedeva come nel corso di quest’anno un buon 20% del business content sarebbe stato generato da algoritmi e, in perfetta linea con i cambiamenti che Facebook sta introducendo nella sua piattaforma (i quali porteranno gradualmente a una diminuzione del peso delle Ads), numerose aziende si stanno avvicinando alla tecnologia dei chatbot per fare marketing sui social network.
Allo stesso tempo, le statistiche giustificano l’investimento: l’86% dei millennials ritiene che i brand debbano utilizzare i chatbot per promuoversi. Le persone comunicano sempre di più con Facebook Messenger e le 6 App su 10 più diffuse sono piattaforme di instant messaging.
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